Eichetta: Schole inc. (JAP 2019)
Recensioni:
Higher Plan Music
K-Conjog popped onto my radar towards the end of 2018 with his excellently titled album ‘Magical Spooky Ears’. Returning with his brand of kooky electronica, K-Conjog’s new EP ‘Dum Bow’ continues to show his experimental side is in full force.
‘Gently’ opens the EP with a simple four-chord pattern that continues to distort itself out of control. First, it chews itself up, then it breaks into an arpeggiator like a Commodore 64. All the while vocal snippets that start of gentle then rip themselves up too. It’s anything but gentle! ‘Slashes III’ sounds like an instrumental Iamamiwhoami track. The synths and beats are big and dramatic and it feels like a waltzing rave. ‘Odayaka’ then merges the two tracks together in tone. We have happy beats and raving synths and sirens alongside more muted tones. Its relentless pace builds on you as the track brings in radio noise chatter and traffic sounds as if you are stuck in the best party rush hour known to man. The EP then closes with ‘Same Old Grace (PressPlayOnTape Version’ which slows everything down to a vocoder synth pop edge. Its poppy vibes are in a melting pot of weird barking vinyl snaps and clever processing so when it all comes together at the end it feels uplifting.
Whilst K-Conjog is clearly having fun mis-naming dance music as calm numbers, what stands out is how he can take a simple chord pattern and make something unique with it. Whilst the melodies themselves are never revolutionary, it’s the production and twisted noise craft that pulls me in. This is as good a place as any to start listening and to become a fan.
Rockit
Alle volte il lavoro del recensore è particolarmente facile e questo è uno di quei casi. Bastano infatti pochi secondi di “Gently”, la traccia che apre questo “Dum Bow”, per comprendere come il lavoro di Fabrizio Somma aka K-Conjog suoni bene e pure internazionale. Da questo presupposto occorre partire per analizzare un ep che ci ha regalato più di una sorpresa positiva, soprattutto dal punto di vista del suono, visto che Somma ha saputo infondere tutta la sua esperienza/conoscenza da producer in tale lavoro. Un lavoro che, come dicevamo prima, ci ha stupito innanzi tutto per la sua rotondità (non vediamo l’ora di sentirlo suonare in qualche aperitivo su qualche terrazza milanese quando sarà settembre o ottobre e potremo tornare a rimetterci i giubbottini di cammello) e per la sua “giustezza” in ogni sua parte. Certo siamo di fronte a sole quattro canzoni, trattandosi di un ep e quindi non possiamo dare un giudizio sulla “lunga distanza” del lavoro dell’artista di Napoli ma per quanto abbiamo visto e per quanto abbiamo ascoltato ci sono davvero poche cose che non vanno qui e anzi tutto suona perfettamente. Ecco perché, nonostante una carriera internazionale già abbastanza avviato, non abbiamo paura a dirvi: segnatevi il nome di K-Conjog perché lo ascolterete e “ballerete” spesso nei prossimi anni.